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ogni quattro anni un giorno in più… l’anno bisestile
Perché si dice anno bisestile? Senza dubbio vi sarete posti mille volte questa domanda. Se però la curiosità non è bastata a spingervi ad approfondire le conoscenze sull’argomento, allora questa è l’occasione giusta. Infatti la storia dell’anno bisestile, anche detto bisesto, risale ai tempi dell’antica Roma, dunque ha una tradizione solida che dura da moltissimo tempo. L’anno bisestile non è altro che un anno di 366 giorni anziché di 365. Questo avviene ogni quattro anni, perché un anno dura esattamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi.
Dunque le ore e i minuti residui ogni anno formano un giorno in più, che si aggiunge in coda al mese di febbraio, che diventa di 29 giorni. Alcuni “fortunati”, nati proprio in quel giorno, si dice che invecchino più lentamente visto che festeggiano il compleanno ogni quattro anni. Il significato della parola, che deriva dal latino Bisextus, è due volte sesto. Naturalmente a primo impatto questa traduzione non ci dice nulla, perché il nome è legato al calendario dell’epoca, il complicato calendario romano.
Suddetto calendario prevedeva il sistema delle calende, che erano il primo giorno del mese, delle none, che erano il quinto giorno del mese e delle idi, che erano il tredicesimo giorno del mese. Difatti all’epoca il calendario era legato il ciclo lunare e cominciava con il novilunio, anche detto Luna nuova, ovvero quando in cielo si poteva scorgere la luna piena. Il calendario viene chiamato anche pre-giuliano, poiché è rimasto in vigore fino all’avvento del calendario giuliano, istituito da Gaio Giulio Cesare nell’anno 46 a.C.
Il calendario di Romolo aveva solo dieci mesi e dunque un Capodanno diverso. In verità le calende non corrispondevano sempre al novilunio, visto che in quel caso ogni mese sarebbe dovuto durare 29,5 giorni. Dunque perché si dice anno bisestile? Il sestultimo giorno di febbraio, che all’epoca era un mese di trenta giorni, veniva anche chiamato il sesto giorno avanti al primo giorno di marzo. Dunque ogni quattro anni gli veniva affiancato un altro giorno, che veniva chiamato secondo sesto. Per abbreviazione è stato sostituito con il termine bisesto, oggi divenuto bisestile.
Pasqua e Pasquetta #nellaterradeilaghi
Trascorrere una vacanza in queste zone è un insieme di Arte Storia e Gusto.
Scegli le tue vacanze di Pasqua nel territorio dei Laghi “Maggiore, Monate, Comabbio e Varese”.
la Pasqua nella terra dei laghi è un’esperienza indimenticabile, in occasione della Settimana di Pasqua diviene una destinazione irrinunciabile, in cui è possibile visitare le isole Borromeo , la Rocca d’ Angera, Castelli di Cannero, Villa Taranto, Eremo di Santa Caterina , San Carlone… e tantissimi altri luoghi tra cui il lago di Monate uno dei laghi più puliti d’Italia e patrimonio del UNESCO, grazie ai ritrovamenti fossili dell’epoca preistorica (loc. Sabbione), l’isolino Virginia sul Lago di Varese e la pista ciclabile del lago di Comabbio e il lago di Varese… che vi lasceranno a bocca aperta.
Durante la settimana Pasquale i nostri laghi sono la meta ideale per una vacanza o un weekend, grazie al suo clima mite ed ai primi dolci raggi di sole si avranno nuovi fiori e profumi, godrete così di uno scenario meraviglioso per i vostri giorni di festa.
Per Pasqua è una destinazione perfetta per tutti grazie la mitezza del clima, la presenza di musei, piazze e monumenti tra i più spettacolari del Bel Paese e del mondo, la godibilità dei tanti parchi urbani: tutto concorre a rendere indimenticabile un soggiorno in una casa vacanza di uno dei paesi che si affacciano sulle rive del lago o il suo splendido entroterra con valli e montagne.
Residence Millennium #comeacasa
http://www.millenniumresidence.it
il Maggiore
Nel Medioevo ci fu l’importante organizzazione ecclesiastica delle pievi, seguita dalle lotte tra i casati dei Visconti e dei Torriani per il controllo del lago, sino al definitivo affermarsi dei Borromeo, a all’arrivo degli Svizzeri, nel cinquecento, sulla sponda settentrionale.
Nel settecento la sponda occidentale fu attribuita ai Savoia e quella orientale al dominio austriaco sotto il quale rimase, salvo il ventennio napoleonico, sino alle guerre risorgimentali.
Le sponde a Est sono in Lombardia, quelle a Ovest in Piemonte, mentre la parte a Nord fa parte della confederazione elvetica.
Il suo maggiore emissario e, contemporaneamente, immissario è il fiume Ticino.
La particolare configurazione fisica e paesaggistica del lago, la presenza di rilievi e colline che lo riparano dai rigori nordici e fanno mite il clima, l’esistenza di affluenti come il Ticino, che consentì la navigazione collegando la Pianura Padana con il Centro Europa, hanno favorito e incrementato lo stanziamento dei popoli sul lago.
ANGERA: Rocca Borromeo
SANTA CATERINA: Eremo di S.Caterina del Sasso
STRESA: Parco botanico di Villa Pallavicino
CARCIANO: Funivia per Giardino Botanico Alpinia e vetta Mottarone
ISOLA BELLA: Palazzo e giardino Borromeo
ISOLA SUPERIORE: Tipico borgo di Pescatori
ISOLA MADRE: Palazzo e giardino Borromeo
PALLANZA: Museo del Paesaggio
VILLA TARANTO: Giardini Botanici
CANNERO RIVIERA: Castelli di Cannero rovine rocche medioevali
LUINO: Al Mercoledì mercato internazionale
CANNOBIO: Santuario della Pietà
LOCARNO: Santuario della Madonna del Sasso
il Residence dista a pochi chilometri da Sesto Calende
Il territorio del comune di Sesto Calende è situato nel cuore dell`anfiteatro morenico del Verbano, in terra lombarda ma sul confine con il Piemonte. Il capoluogo sorge nel punto in cui il Ticino esce dal Lago Maggiore per riprendere il suo cammino verso il Po. L’area si presenta circondata da colline ed immersa nel verde del Parco del Ticino e gli è stato dato il titolo di città dall’anno 2011.
Fino all’avvento della ferrovia l’economia di Sesto Calende era basata sulla navigazione sul fiume Ticino. Le barche erano di proprietà dei mercanti di Sesto Calende che le affidavano a delle guide che erano chiamate paroni ed i più esperti, cioè quelli che conoscevano le insidiose rapide del fiume, provenivano esclusivamente dai comuni di Golasecca e Castelletto Ticino. Tra Sesto Calende e Tornavento vi erano infatti ben undici rapide, ognuna contraddistinta con un proprio nome dialettale; le guide tramandavano da padre in figlio l’arte di saper condurre le barche, a volte lunghe fino a venti metri, attraverso queste rapide. Era una corporazione molto forte tanto da imporre le loro tariffe ai vari mercanti che li ingaggiavano nei singoli viaggi per trasportare le loro merci sul fiume Ticino e sul Po, fino a Venezia. Erano titolari di una sorta di “patente” e nessun altro poteva entrare nella corporazione senza il loro permesso. I Paroni erano proprietari dell’attrezzatura e dei cavalli che servivano a rimorchiare le barche nella dura risalita del fiume.
La prima industria di Sesto, sorta agli inizi dell’Ottocento, è la fabbrica di cordami di canapa Maioni che aveva sede presso il vecchio convento e che ha poi ospitato l’ex complesso Siae Marchetti. Ma Sesto Calende entrerà nelle prime statistiche industriali grazie al diffondersi dell’industria vetraria sul lago Maggiore che deve le proprie origini alla raccolta dei sassi bianchi del fiume Ticino (cogoli), ricchi di quarzo e che da secoli venivano commerciati fino a Murano per produrre quei vetri tanto lucidi. Nel 1871 venne fondata a Sant’Anna la prima vetreria industriale sotto la proprietà di Angelo Bordoni, a cui poi si aggiungeranno i soci Antonio Mognoni, Vincenzo Bertoluzzi e Luigi Bonavia. In paese si diffondono così i Maestri Vetrai che si costituiranno poi in cooperativa e che nel 1906 fonderanno una seconda vetreria, la VOF, Vetreria Operaia Federale, la cui storia industriale continuerà fino al 1996 come AVIR. Anche l’indotto dell’industria vetraria di Sesto Calende dava lavoro a molti operai; come le ditte di Giovanni Brovelli e Antonio Bassetti che producevano imballaggi in paglia per damigiane e buste di paglia per bottiglie. L’industria meccanica era degnamente rappresentata dalle ditte Boidi e Astori, sviluppatesi durante il primo conflitto mondiale grazie alla produzione di proiettili. Al 1885 risale la prima fabbrica tessile cotoniera appartenente alla famiglia Bogni, mentre dal 1862 fino al 1935 era presente in paese una filanda di seta. Ma la vera novità per Sesto e che caratterizzò il suo sviluppo socio-economico fino a giorni nostri, fu l’avvento dell’industria aeronautica: nel 1913 il sestese Luigi Capè, insieme a Domenico Santoni, costituiranno la “Savoia. Società Costruzioni Aeronautiche” che nel 1915 diventerà la Società Idrovolanti Alta Italia (SIAI) che grazie alle capacità imprenditoriali della famiglia Capè, alle commesse statali assicurate dal ministero dell’Aeronautica e dal genio progettuale dell’ing. Alessandro Marchetti, porteranno il nome di Sesto Calende ad essere famoso in tutto il mondo. Nel 1940 dava lavoro a ben 11.000 operai
Il Sass da Preja Büia (letteralmente: sasso di pietra scura) è un grande masso erratico formato da talco scisti e serpentino, trasportato dai ghiacciai durante le glaciazioni, scolpito con molte incisioni dai popoli della prima età del ferro (II millennio a.C.). Vi si possono osservare soprattutto coppelle circolari ed altre forme, simboli di fertilità, utilizzate per riti sacri. Si trova a circa 200 m dall’oratorio di San Vincenzo, verso la vicina collina morenica.
(Wikipedia)
Il Residence si trova a pochi minuti da Angera
La storia di Angera è narrata nel Civico Museo Archeologico, sito in via Marconi 2, nel centro del Borgo antico. Il museo è situato in una bella palazzina quattrocentesca con portico colonnato. Al pian terreno dell’edificio si trovano l’Ufficio Turistico, il Lapidario, con importanti stele ed epigrafi di età romana, e la sala conferenze. Il primo piano ospita la sezione preistorica e quella romana. Nella sezione preistorica sono conservate le testimonianze della più antica presenza dell’uomo nel territorio varesino, dal Paleolitico superiore all’età del Rame; oltre ai reperti provenienti dalla Grotta di Angera e da numerose località della zona, sono esposte anche riproduzioni di archi, frecce ed asce preistoriche. La sezione romana presenta al pubblico la storia del vicus in età romana, quando raggiunse grande prestigio come luogo di scambio commerciale e di incrocio tra la via fluvio-lacuale costituita da Po, Ticino e Verbano e la strada carrabile che da Milano conduceva al Verbanus, giungendo proprio ad Angera nella attuale Via Greppi.
Le prime vetrine di questa sezione ospitano reperti rinvenuti in occasione di scavi e recuperi archeologici nel borgo. I reperti più antichi risalgono ad epoca tardo-celtica e repubblicana e contribuiscono a raccontare la fase della romanizzazione del territorio. Sono molto significative anche le testimonianze della prima età imperiale, che ci mostrano un villaggio al centro di commerci tra l’alto Adriatico e l’area transalpina. Una vetrina è dedicata ai nuovi scavi ed una ospita i reperti provenienti da un edificio residenziale e lavorativo scoperto negli anni ottanta e dove è venuto alla luce, tra gli altri reperti, anche un tesoretto di oltre 280 monete. La seconda parte della sezione romana è dedicata alla Necropoli romana che venne scavata negli anni settanta e che si trovava in corrispondenza dell’attuale cimitero. Una lettiga funebre carbonizzata illustra il rito funerario più diffuso ad Angera nella prima età imperiale e nelle vetrine sono esposti a rotazione alcuni dei più significativi corredi tombali tra le svariate centinaia rinvenute nella zona. Il Museo ha ingresso gratuito e offre visite guidate gratuite a singoli, gruppi e scolaresche.
Cadrezzate
Cadrezzate é sulle sponde del lago di Monate dove sono stati ritrovati, in località Il Sabbione o settentrionale, l’insediamenti palafitticoli, che nel 2011 hanno meritato il loro inserimento nella prestigiosa lista del patrimonio dell’UNESCO assieme ad altri antichi insediamenti delle alpi palafitticoli di età preistorica.
Fra i ritrovamenti più conosciuti ci sono le piroghe monossili rinvenute nell’agosto del 1971 e nel 1975, una delle quali oggi conservata a Villa Mirabello ai musei civici della città di Varese. Durante l’Ottocento sono stati trovati reperti risalenti all’ eta del Bronzo, dando ulteriore prova del fatto che la zona fosse abitata già in tempo antico. Successivamente il territorio fu occupato dai ceti ed in seguito anche dalle popolazioni romane.
il 14 Febbraio 2019 nasce “Cadrezzate con Osmate” grazie alla fusione dei due bei paesi che si affacciano sul lago di Monate.
oggi gli abitanti si chiamano “Cadresmatesi”
Il Residence si trova a pochi passi dalla Commissione Europea JRC di Ispra
Il Centro comune di ricerca (JRC), (in inglese: Joint Research Centre, JRC), è una direzione generale della Commissione europea: DG-JRC (Directorate-General Joint Research Centre), che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque paesi membri dell’Unione europea (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna).
Il JRC fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e al controllo delle politiche dell’Unione europea. A differenza delle università europee, è direttamente finanziato dall’Unione europea (è un servizio della Commissione europea), allo scopo di garantire l’indipendenza delle attività di ricerca da interessi privati o dalle singole politiche nazionali, come condizione essenziale per perseguire la sua missione internazionale.
Il JRC svolge un ruolo di coordinamento e ricerca in numerose reti comunitarie di enti nazionali di ricerca, università, industria avanzata degli stati membri dell’Unione europea, oltre ad effettuare un vasto insieme di ricerche indipendenti che si avvalgono delle competenze dei migliori scienziati europei che lavorano direttamente nel centro o vi svolgono periodi di ricerca. Nei suoi laboratori si svolgono complessi studi ed esperimenti per conto delle istituzioni europee. Il JRC collabora con enti e reti extraeuropee e mondiali nel campo scientifico e della normativa [1].
(wikipedia)
Arcumeggia, il paese dei pittori
Arcumeggia è un piccolo paesino di montagna situato tra la Valcuvia e la Valtravaglia ed è conosciuto come il “Paese dei Pittori” Tra gli autori che hanno realizzato le opere, alcuni sono: Giuseppe Montanari; Aldo Carpi; Umberto Faini; Ferruccio Ferrazzi; Francesco Menci; Eugenio Tomiolo; Carmelo Nino Trovati.
La decisione di rendere il borgo di Arcumeggia (che si trova vicino a Casalzuigno) così particolare venne prese nel lontano 1956
Arcumeggia un museo a cielo aperto e molto famoso nelle zona di Varese. Tutti gli affreschi furono realizzati tra la fine del 1950 e l’inizio del 1970, ma la tecnica, diversa a seconda del pittore che realizzava l’opera, rendeva la mostra molto variegata.
Lago Maggiore, a pochi minuti dal Residence Millennium
Il lago Maggiore
è uno dei più bei laghi italiani che ha incantato grandi artisti italiani e stranieri che qui hanno soggiornato.Ritenuto il più esteso dei laghi prealpini, da cui il nome “Maggiore”,
Circondato da rilievi e colline che lo riparano dai freddi venti nordici, il lago vede tra i suoi affluenti il Ticino che ha tracciato una storica via dell’acqua collegando la Pianura Padana con il Centro Europa.
Isole
Fra Stresa e Verbania, di grande fascino l’arcipelago delle isole Borromeo con l’Isola Madre, l’Isola Bella e l’Isola dei Pescatori.Da non perdere poi oltre all’isolotto di La Malghera e l’Isolino Partegora, il bellissimo Isolino di San Giovanni di fronte a Verbania, dove, nel seicentesco Palazzo Borromeo, visse a lungo Arturo Toscanini. Caratteristici anche i tre scogli detti Castelli di Cannero con i resti della rocca Vitaliana voluta dal conte Ludovico Borromeo.
Castelli e ville
A cominciare dal Castello Visconteo di Locarno, la Rocca di Arona e la rocca Borromea di Angera che oggi ospita un museo della bambola.Tra le ville, di sicuro interesse i Palazzi Borromeo dell’Isola Madre e dell’Isola Bella, la settecentesca Villa Ponti di Arona e Villa Treves, a Belgirate, che vide tra i suoi ospiti Gabriele D’Annunzio e Giovanni Verga.
A Stresa ci sono villa Ducale e Villa Pallavicino con il parco zoologico, mentre la splendida Verbania ospita tantissime e splendide ville come Villa Giulia, Villa Taranto e la vicina Villa San Remigio.