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il Residence dista a pochi chilometri da Sesto Calende

Il territorio del comune di Sesto Calende è situato nel cuore dell`anfiteatro morenico del Verbano, in terra lombarda ma sul confine con il Piemonte. Il capoluogo sorge nel punto in cui il Ticino esce dal Lago Maggiore per riprendere il suo cammino verso il Po. L’area si presenta circondata da colline ed immersa nel verde del Parco del Ticino e gli è stato dato il titolo di città dall’anno 2011.

Sesto Calende

Veduta di Sesto Calende dalla costa piemontese (Castelletto Ticino)

Fino all’avvento della ferrovia l’economia di Sesto Calende era basata sulla navigazione sul fiume Ticino. Le barche erano di proprietà dei mercanti di Sesto Calende che le affidavano a delle guide che erano chiamate paroni ed i più esperti, cioè quelli che conoscevano le insidiose rapide del fiume, provenivano esclusivamente dai comuni di Golasecca e Castelletto Ticino. Tra Sesto Calende e Tornavento vi erano infatti ben undici rapide, ognuna contraddistinta con un proprio nome dialettale; le guide tramandavano da padre in figlio l’arte di saper condurre le barche, a volte lunghe fino a venti metri, attraverso queste rapide. Era una corporazione molto forte tanto da imporre le loro tariffe ai vari mercanti che li ingaggiavano nei singoli viaggi per trasportare le loro merci sul fiume Ticino e sul Po, fino a Venezia. Erano titolari di una sorta di “patente” e nessun altro poteva entrare nella corporazione senza il loro permesso. I Paroni erano proprietari dell’attrezzatura e dei cavalli che servivano a rimorchiare le barche nella dura risalita del fiume.

La prima industria di Sesto, sorta agli inizi dell’Ottocento, è la fabbrica di cordami di canapa Maioni che aveva sede presso il vecchio convento e che ha poi ospitato l’ex complesso Siae Marchetti. Ma Sesto Calende entrerà nelle prime statistiche industriali grazie al diffondersi dell’industria vetraria sul lago Maggiore che deve le proprie origini alla raccolta dei sassi bianchi del fiume Ticino (cogoli), ricchi di quarzo e che da secoli venivano commerciati fino a Murano per produrre quei vetri tanto lucidi. Nel 1871 venne fondata a Sant’Anna la prima vetreria industriale sotto la proprietà di Angelo Bordoni, a cui poi si aggiungeranno i soci Antonio Mognoni, Vincenzo Bertoluzzi e Luigi Bonavia. In paese si diffondono così i Maestri Vetrai che si costituiranno poi in cooperativa e che nel 1906 fonderanno una seconda vetreria, la VOF, Vetreria Operaia Federale, la cui storia industriale continuerà fino al 1996 come AVIR. Anche l’indotto dell’industria vetraria di Sesto Calende dava lavoro a molti operai; come le ditte di Giovanni Brovelli e Antonio Bassetti che producevano imballaggi in paglia per damigiane e buste di paglia per bottiglie. L’industria meccanica era degnamente rappresentata dalle ditte Boidi e Astori, sviluppatesi durante il primo conflitto mondiale grazie alla produzione di proiettili. Al 1885 risale la prima fabbrica tessile cotoniera appartenente alla famiglia Bogni, mentre dal 1862 fino al 1935 era presente in paese una filanda di seta. Ma la vera novità per Sesto e che caratterizzò il suo sviluppo socio-economico fino a giorni nostri, fu l’avvento dell’industria aeronautica: nel 1913 il sestese Luigi Capè, insieme a Domenico Santoni, costituiranno la “Savoia. Società Costruzioni Aeronautiche” che nel 1915 diventerà la Società Idrovolanti Alta Italia (SIAI) che grazie alle capacità imprenditoriali della famiglia Capè, alle commesse statali assicurate dal ministero dell’Aeronautica e dal genio progettuale dell’ing. Alessandro Marchetti, porteranno il nome di Sesto Calende ad essere famoso in tutto il mondo. Nel 1940 dava lavoro a ben 11.000 operai

sasso-preja-buja

Ül Sass da la “Preja Buja” Il masso erratico “Sass de Preja Buia” è un megalito istoriato di serpentino (roccia verde e luminosa) situato nella zona nord ovest di Sesto Ca…

Il Sass da Preja Büia (letteralmente: sasso di pietra scura) è un grande masso erratico formato da talco scisti e serpentino, trasportato dai ghiacciai durante le glaciazioni, scolpito con molte incisioni dai popoli della prima età del ferro (II millennio a.C.). Vi si possono osservare soprattutto coppelle circolari ed altre forme, simboli di fertilità, utilizzate per riti sacri. Si trova a circa 200 m dall’oratorio di San Vincenzo, verso la vicina collina morenica.

(Wikipedia)

Il Residence si trova a pochi minuti da Angera

Angera- La Rocca

Angera- La Rocca

La storia di Angera è narrata nel Civico Museo Archeologico, sito in via Marconi 2, nel centro del Borgo antico. Il museo è situato in una bella palazzina quattrocentesca con portico colonnato. Al pian terreno dell’edificio si trovano l’Ufficio Turistico, il Lapidario, con importanti stele ed epigrafi di età romana, e la sala conferenze. Il primo piano ospita la sezione preistorica e quella romana. Nella sezione preistorica sono conservate le testimonianze della più antica presenza dell’uomo nel territorio varesino, dal Paleolitico superiore all’età del Rame; oltre ai reperti provenienti dalla Grotta di Angera e da numerose località della zona, sono esposte anche riproduzioni di archi, frecce ed asce preistoriche. La sezione romana presenta al pubblico la storia del vicus in età romana, quando raggiunse grande prestigio come luogo di scambio commerciale e di incrocio tra la via fluvio-lacuale costituita da Po, Ticino e Verbano e la strada carrabile che da Milano conduceva al Verbanus, giungendo proprio ad Angera nella attuale Via Greppi.

Angera - lungo lago

Angera – lungo lago

Le prime vetrine di questa sezione ospitano reperti rinvenuti in occasione di scavi e recuperi archeologici nel borgo. I reperti più antichi risalgono ad epoca tardo-celtica e repubblicana e contribuiscono a raccontare la fase della romanizzazione del territorio. Sono molto significative anche le testimonianze della prima età imperiale, che ci mostrano un villaggio al centro di commerci tra l’alto Adriatico e l’area transalpina. Una vetrina è dedicata ai nuovi scavi ed una ospita i reperti provenienti da un edificio residenziale e lavorativo scoperto negli anni ottanta e dove è venuto alla luce, tra gli altri reperti, anche un tesoretto di oltre 280 monete. La seconda parte della sezione romana è dedicata alla Necropoli romana che venne scavata negli anni settanta e che si trovava in corrispondenza dell’attuale cimitero. Una lettiga funebre carbonizzata illustra il rito funerario più diffuso ad Angera nella prima età imperiale e nelle vetrine sono esposti a rotazione alcuni dei più significativi corredi tombali tra le svariate centinaia rinvenute nella zona. Il Museo ha ingresso gratuito e offre visite guidate gratuite a singoli, gruppi e scolaresche.

Cadrezzate

Cadrezzate é sulle sponde del lago di Monate dove sono stati ritrovati, in località Il Sabbione o settentrionale, l’insediamenti palafitticoli, che nel 2011 hanno meritato il loro inserimento nella prestigiosa lista del patrimonio dell’UNESCO assieme ad altri antichi insediamenti delle alpi palafitticoli di età preistorica.

#nellaterradeilaghi

Veduta di Cadrezzate dal lago di Monate

Fra i ritrovamenti più conosciuti ci sono le piroghe monossili rinvenute nell’agosto del 1971 e nel 1975, una delle quali oggi conservata a Villa Mirabello ai musei civici della città di Varese. Durante l’Ottocento sono stati trovati reperti risalenti all’ eta del Bronzo, dando ulteriore prova del fatto che la zona fosse abitata già in tempo antico. Successivamente il territorio fu occupato dai ceti ed in seguito anche dalle popolazioni romane.

Chiesa di Cadrezzate - S. Margherita

Chiesa di Cadrezzate – S. Margherita

il 14 Febbraio 2019 nasce “Cadrezzate con Osmate” grazie alla fusione dei due bei paesi  che si affacciano sul lago di Monate.

oggi gli abitanti si chiamano “Cadresmatesi”

Il Residence si trova a pochi passi dalla Commissione Europea JRC di Ispra

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Commissione Europea Jrc di Ispra

Il Centro comune di ricerca (JRC), (in inglese: Joint Research Centre, JRC), è una direzione generale della Commissione europea: DG-JRC (Directorate-General Joint Research Centre), che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque paesi membri dell’Unione europea (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna).

Il JRC fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e al controllo delle politiche dell’Unione europea. A differenza delle università europee, è direttamente finanziato dall’Unione europea (è un servizio della Commissione europea), allo scopo di garantire l’indipendenza delle attività di ricerca da interessi privati o dalle singole politiche nazionali, come condizione essenziale per perseguire la sua missione internazionale.

Il JRC svolge un ruolo di coordinamento e ricerca in numerose reti comunitarie di enti nazionali di ricerca, università, industria avanzata degli stati membri dell’Unione europea, oltre ad effettuare un vasto insieme di ricerche indipendenti che si avvalgono delle competenze dei migliori scienziati europei che lavorano direttamente nel centro o vi svolgono periodi di ricerca. Nei suoi laboratori si svolgono complessi studi ed esperimenti per conto delle istituzioni europee. Il JRC collabora con enti e reti extraeuropee e mondiali nel campo scientifico e della normativa [1].

 

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european commission

 

(wikipedia)

Arcumeggia, il paese dei pittori

Arcumeggia è un piccolo paesino di montagna situato tra la Valcuvia e la Valtravaglia ed è conosciuto come il “Paese dei Pittori” Tra gli autori che hanno realizzato le opere, alcuni sono: Giuseppe Montanari; Aldo Carpi; Umberto Faini; Ferruccio Ferrazzi; Francesco Menci; Eugenio Tomiolo; Carmelo Nino Trovati.

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Arcumeggia, il paese dei pittori

La decisione di rendere il borgo di Arcumeggia (che si trova vicino a Casalzuigno) così particolare venne prese nel lontano 1956

Arcumeggia un museo a cielo aperto e molto famoso nelle zona di Varese. Tutti gli affreschi furono realizzati tra la fine del 1950 e l’inizio del 1970, ma la tecnica, diversa a seconda del pittore che realizzava l’opera, rendeva la mostra molto variegata.

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Storia e Turismo

Lago Maggiore, a pochi minuti dal Residence Millennium

Il lago Maggiore 

è uno dei più bei laghi italiani che ha incantato grandi artisti italiani e stranieri che qui hanno soggiornato.Ritenuto il più esteso dei laghi prealpini, da cui il nome “Maggiore”,
Circondato da rilievi e colline che lo riparano dai freddi venti nordici, il lago vede tra i suoi affluenti il Ticino che ha tracciato una storica via dell’acqua collegando la Pianura Padana con il Centro Europa.

Isole
Fra Stresa e Verbania, di grande fascino l’arcipelago delle isole Borromeo con l’Isola Madre, l’Isola Bella e l’Isola dei Pescatori.Da non perdere poi oltre all’isolotto di La Malghera e l’Isolino Partegora, il bellissimo Isolino di San Giovanni di fronte a Verbania, dove, nel seicentesco Palazzo Borromeo, visse a lungo Arturo Toscanini. Caratteristici anche i tre scogli detti Castelli di Cannero con i resti della rocca Vitaliana voluta dal conte Ludovico Borromeo.

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Territorio e Turismo

Castelli e ville
A cominciare dal Castello Visconteo di Locarno, la Rocca di Arona e la rocca Borromea di Angera che oggi ospita un museo della bambola.Tra le ville, di sicuro interesse i Palazzi Borromeo dell’Isola Madre e dell’Isola Bella, la settecentesca Villa Ponti di Arona e Villa Treves, a Belgirate, che vide tra i suoi ospiti Gabriele D’Annunzio e Giovanni Verga.
A Stresa ci sono villa Ducale e Villa Pallavicino con il parco zoologico, mentre la splendida Verbania ospita tantissime e splendide ville come Villa Giulia, Villa Taranto e la vicina Villa San Remigio.

Nelle vicinanze del Residence Millennium trovate il lago di Monate.

I comuni che confinano con il lago sono Cadrezzate, Comabbio, Osmate e Travedona-Monate. Il lago è alimentato da sorgenti sotterranee ed alcune rogge tra cui il Rio Freddo, ha un unico emissario nel torrente Acquanegra che sfocia nel lago Maggiore nel comune di Brebbia in località Sabbie d’Oro.

Sulle rive sono presenti ampi tratti a canneto che si alternano con fitta boscaglia e ninfee. Nel XIX secolo vennero scoperti tre villaggi palafitticoli preistorici risalenti all’età del bronzo: due stazioni palafitticole furono rinvenute nel 1864 a Cadrezzate (insediamenti del Sabbione e del Pozzolo) e una, nel 1876, a Monate(insediamento dell’Occhio) [1].

Tra i materiali rinvenuti figurano strumenti di selce e di bronzo, ceramica varia, asce in pietra levigata, frammenti di telai per tessere e quattro piroghe monossili (ricavate da un unico tronco d’albero scavato) datate 2500 a.C.]. (wikipedia)